Storia
Villa de Heritz è il nome che nel 1878 il conte Campbell Smith, conte di Heritz, dall’acquisto della villa di Digne, frutto, in precedenza, di accorpamenti di diversi fondi rustici, vigne e giardini con evoluzioni e sviluppi separati e diversificati nel tempo. L’analisi storica fa risalire a un insieme di fondi tra il XVII ed il XIX e a tipiche residenze “minori” (casini di villeggiatura), differenti dalle ville patrizie suburbane usualmente declinate in complessi di grande qualità e prestigio. Villa Heritz era una splendida villa di fine Ottocento, nata dalla villa di Digne, parte della grande villa Lecce che fu frazionata in diversi fondi, con il parco sistemato con boschetti, fontane e giochi d’acqua. Il casino nobile (1928) con il parco è quello che, circondata da un alto muro e alcuni alberi di notevoli dimensioni, è oggi una delle sedi della Università Luiss, con ingresso principale in viale Romania ed ingresso carrabile su via Panama.
Entrando da viale Romania si possono notare delle parti sostanzialmente diverse dello stesso grande edificio. La prima è una tipica costruzione signorile di fine Ottocento, poi viene la facciata di una chiesa ed infine, a destra verso piazza Ungheria, una costruzione moderna con le tipiche caratteristiche di un edificio scolastico. Queste tre parti corrispondono alla “stratificazione storica” dell’edificio.
Alla morte dei conti De Heritz viene tutto venduto alla Società Generale Immobiliare che nel 1919 lo lottizza. Sull’originario parco, tra le due guerre, nascono la chiesa parrocchiale di San Roberto Bellarmino e i palazzi tuttora presenti in via Panama, via Lima, via Lisbona. La parte rimasta della villa, con il casino nobile e il parco intorno, non possono essere distrutti e lottizzati per una clausola introdotta dagli eredi De Heritz sull’obbligo di destinazione d’uso del complesso a scuola. Nel 1929 il casino è demolito e ricostruito, salvando solo la facciata. Qui abita fino alla morte Bruno Mussolini (1918, 1941), aviatore terzogenito del Duce. Nel 1943, sotto il giardino davanti all’ingresso dell’edificio, è realizzato il rifugio di guerra con uscita di emergenza verso il cancello su via di Panama.
Dopo la guerra, il casino di villa Heritz con il parco residuo è acquistato dalle Suore dell’Assunzione, che costruiscono la chiesa e il convento con il chiostro interno e poi l’istituto scolastico. Sono le suore (non rivelando a nessuno il luogo esatto) che fanno seppellire nel parco il motore e le ali dell’aereo in cui era morto Bruno Mussolini e interrare gli ingressi del rifugio di guerra. Una grande striscia di terra a nord ovest, da via Romania a via Panama, è venduta all’ACEA e nel terreno su via Romania e via del Canneto, l’ACEA realizza una sotto stazione elettrica. Il convento, ormai spopolato di suore, è trasformato in una residenza di grande prestigio, intitolata a Maria Eugenia fondatrice dell’ordine, che ospita parlamentari e uomini di affari temporaneamente a Roma.
Dopo il 2000, tutto il complesso è acquistato dalla Libera Università degli Studi Sociali Luiss che lo ristruttura e amplia per trasformarlo in un moderno ateneo. Durante i lavori vengono rimossi i marmi scolpiti che Bruno Mussolini aveva fatto apporre nella sua dimora.
Attualmente il giardino presenta un impianto vegetale di concezione formale e di gusto moderno. I cambiamenti più significativi del parco sono iniziati nel periodo tardo ottocentesco in funzione del cambio di destinazione d’uso della residenza. Da una zona prettamente agricola i proprietari che si avvicendano introducono una progettazione caratterizzata da giochi di fontane, vigne boschetti e giardini con arredi. Nella destinazione d’uso odierna non rimangono che poche tracce di quelle che erano le caratteristiche di villa Digne o villa de Heritz, leggibili solo attraverso alcuni esemplari arborei monumentali come il grande platano (Platanus acerifolia) davanti al bar oppure il boschetto di lecci (Quercus ilex) tra via Panama e l’aula studio. Alcuni sono riconducibili ai vecchi accorpamenti del XIX secolo caratterizzati da cupole di lecci, pini e allori a costruire un’architettura vegetale secondo uno schema presente in molte ville romane. Da attenta analisi della vegetazione si può capire che sono presenti anche piccoli tratti di siepi o boschetti del vecchio giardino di Villa De Heritz. Frutteti e vigne citati in alcune fonti non sono più presenti a causa della loro durata di vita media. Durante il periodo del Collegio dell’Assunzione non sembra ci siano state modifiche di particolare pregio nel parco ormai diventato un grande giardino.
Si possono interpretare come nuovi inserimenti riconducibili a quel periodo alcuni elementi arborei come cupressacee coniferee magnoliacee, tipiche della meta del ‘900, ancora presenti nei filari di cipressi del alto muro di recinzione, cedri nella parte che scende verso l’uscita di via Panama e un discreto numero di magnolie a delimitare il parcheggio a ridosso dell’edificio scolastico. Gli elementi di acqua come fontanelle o giochi d’acqua non hanno lasciato tracce anche se in alcune zone si nota del terreno molto umido che potrebbe essere indizio di falda molto superficiale.
L’area ha subito nel corso dei secoli diverse modificazioni che in diversa misura hanno prodotto un’apprezzabile stratificazione nell’architettura degli edifici riscontrabile sia nelle architetture ottocentesche dell’edificio principale sia nell’edificio prettamente scolastico edificato dalle suore.
Le stratificazioni vegetali sono ugualmente rilevabili. Segni dall’antico parco agricolo che si è evoluto nel tempo nel giardino che attualmente appare con una struttura formale ricca di aiuole colorate con bordure, sempreverdi topiate e piante da frutto, olivi e filari di vite, infine orto a ricordo dell’antica vocazione dell’area.
Gli elementi di spicco e di alto valore storico, vere e proprie emergenze, sono i grossi alberi spesso monumentali o con caratteristiche architettoniche e paesaggistico.
Oggi è possibile riconoscere a questo spazio un enorme valore ambientale e paesaggistico data la posizione all’interno della città. Il rispetto dell'ambiente è dato anche da una giusta armonia fra natura e insediamento urbano e nella nostra società moderna, dove i sistemi ecologici e i sistemi sociali si stanno man mano avvicinando e integrando, è sempre più sentita l'esigenza di preservare la fragilità degli ecosistemi.